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Discarica BalduinaSant’Urbano (Pd), 2009

Nel 2014 la Discarica Balduina vedrà la chiusura del suo ciclo di vita. Una Commissione di esperti definisce i possibili scenari di sviluppo dell’impianto per il trattamento dei rifiuti non pericolosi di Balduina, fornendo informazioni e simulazioni sulle tipologie di impianti possibili, sulle tecnologie a disposizione per gli impianti, sulle emissioni in ambiente, sulle eventuali ricadute nella salute dei cittadini, sullo sviluppo economico del territorio, sulle possibilità di mitigazione ambientale o di trasformazione paesaggistica indotta dalla presenza dell’impianto.

In termini di paesaggio il percorso intrapreso per localizzare (non tanto come posizione geografica ma come successione di attività tra loro connesse) e strutturare (non nella forma ma nella complessità delle azioni coinvolte) le simulazioni con la Discarica e il Termovalorizzatore e attività economiche indotte, si è formata dopo una fase di dettagliata indagine sulle regole di conformazione del paesaggio.
L’osservazione dei luoghi si è resa necessaria per giungere ad individuare gli elementi di composizione del territorio vasto, intesi sia dal punto di vista funzionale che formale.
Nelle prefigurazioni di evoluzione del paesaggio si sono considerate due scale di intervento per poter indicare alla scala comunale e quindi territoriale azioni congruenti con operazioni di compensazione ambientale, e alla scala puntuale processi di organizzazione e sviluppo dell’intervento di insediamento del termovalorizzatore e delle ipotesi relative all’utilizzo degli effetti indotti dalla sua costruzione.

La discesa di scala focalizza un processo di trasformazione e coinvolge spazi necessari all’insediamento delle nuove funzioni, utilizzo delle risorse da esse prodotte, sinergia di evoluzione tra ciò che ci produce e ciò che si impiega, rioccupazione naturale del sito al termine dell’uso degli impianti.
Lo schema non rappresenta una localizzazione fisica ma indica la successione degli interventi imprescindibili a strutturare un processo sostenibile in termini di energia impiegata, spazi occupati, tali essi stessi da generare un nuovo disegno del paesaggio.
L’ipotesi di lungo termine prevede la completa occupazione delle aree usate per gli impianti tecnologici, a parco con rinaturalizzazione finale. La fase contiene in sè la possibilità di operare in termini di “archeologia industriale” e riconquista del sito attraverso sistemi vegetali spontanei avviati con la formazione del parco nel tempo di riappropriazione dei luoghi.

Commissione di studio
Amministrazione di Sant’Urbano
Regione Veneto Direzione Tutela dell’Ambiente
ARPA Veneto, Osservatorio Rifiuti
Sintesi Srl
Istituto Mario Negri
Università IUAV di Venezia: Carlo Magnani, Matelda Reho, Michela De Poli, Leonardo Filasi, Leonardo Marotta, Domenico Patassini

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